lunedì 9 dicembre 2013

Mini 6.50 ... ma cosa sono realmente?


All'indomani della grande impresa di Giancarlo Pedote, si fa un gran parlare dei mini 6.5, ma sappiamo realmente di cosa si tratta? Vediamo di fare un po il punto.
Mini 6.50:  piccoli bolidi con cui gareggiare nella Mini Transat 6.50 (nota anche come 650 Transat) cioè una regata transatlantica in solitaria che inizia in Francia e termina in Brasile coprendo oltre 4.000 miglia con una sosta a Madera o nelle isole Canarie. 



Ma cosa sono esattamente queste barche?
Innanzitutto esistono due categorie della classe Mini 650: i prototipi e le barche di serie.

CARATTERISTICHE COMUNI
I prototipi e le barche di serie hanno in comune:  6,5 metri di lunghezza massima, 3 metri di larghezza, 7 vele in totale, le dotazioni di sicurezza, un bordo libero minimo di 0,75 metri, un'altezza interna di 1,40 metri e i volumi per garantire l'inaffondabilità (1.200 litri in 4 compartimenti). Entrambe le classi sono sottoposte a test di stabilità. 
Per il resto, sono due tipi di barche abbastanza diverse tra loro.

I PROTOTIPI
I prototipi rappresentano probabilmente la classe più Open che ci sia. Una classe in cui, come si dice, “tutto quello che non è espressamente vietato è autorizzato”. È proprio per questo che da sempre i Mini rappresentano un laboratorio per provare innovazioni e soluzioni progettuali.

Materiali
  • Sui prototipi, l'uso del carbonio è autorizzato per scafo, coperta, armo e altri componenti.

Appendici
  • Per quanto riguarda la configurazione delle appendici, lo standard attuale prevede chiglia basculante (2 metri di pescaggio massimo), due derive laterali alzabili a baionetta (canard), due pale del timone (alzabili o no). I ballast sono autorizzati (400 litri massimo con ripartizione simmetrica).

Armo
  • Grande libertà anche da questo punto di vista. Gli alberi possono essere alari o tradizionali. Il rake può essere regolabile e inclinabile lateralmente. Il sartiame tessile è autorizzato, così come gli outrigger per le scotte delle vele da lasco. Il bompresso è orientabile con una lunghezza massima di 3 metri. Il boma non deve superare lo specchio di poppa. Diverse le soluzioni sul trasto randa, circolare o no.

Vele
  • Il loro numero è limitato a 7, tra cui la tormentina. Per i materiali, le fibre aramidiche (tipo kevlar, technora o twaron), così come Vectran, Zylon, PBO e carbonio sono vietati su tutte le vele. La tendenza prevede un gioco di vele così composto: randa a profilo square top con tre mani di terzaroli, solent o genoa con una o due mani di terzaroli, spi grande, spi medio con mano di terzaroli, Code 5 (spi piatto polivalente per la brezza forte o la bolina larga con poco vento) e Code 0 spesso armato a metà del bompresso.



BARCHE DI SERIE
Per essere omologate di serie, devono essere costruite dieci barche identiche. Dopodiché non sono monotipi, nel senso che se uno skipper vuol modificare il piano di coperta, per esempio, lo può fare, ovviamente nei limiti del regolamento.
La stazza delle barche di serie limita l'uso del carbonio a pochi componenti a bordo, mentre è vietato per la costruzione di scafo, coperta, albero, boma e bompresso. Per il sartiame, soltanto cavo spiroidale, niente rod o dyform, ancor meno cavi tessili.
Il pescaggio è limitato a 1,60 metri, la lunghezza del bompresso a 2 metri. L'albero è più corto che sui prototipi. Chiglia basculante, ballast e derive laterali sono vietate, tre soltanto le appendici ammesse (una chiglia fissa e due pale del timone).

Perché ci interessano queste barche?
Perché sono belle, sono veloci, sono marine... e ne esiste anche un modello a deriva mobile  (il Te Salt Cruiser prodotto in Italia dalla Proteus Yachts) che ci piacerebbe molto veder navigare nelle nostre acque di Montalto!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo interessante, a cui voglio dare un mio contributo.
Ho trovato un sito dove ci sono elencati tutti i mini6.50 http://www.histoiredeshalfs.com/Histoire%20des%20Minis/Sommaire.htm

Sempre bravi ragazzi, continuate così
BV
Max

Guido ha detto...

Grazie della segnalazione Massimo,
ho inserito il link nel post