venerdì 28 novembre 2014

Regolazione dello Spinnaker


Lo spinnaker è una vela grande e potente che, fornisce una enorme spinta con il vento in poppa. E' difficile da regolare in quanto non è fissato su tutti i suoi lati, sicché è soggetto a deformarsi in tantissime forme differenti. In compenso è possibile ottenere grandi vantaggi nelle andature portanti se viene regolato nella maniera corretta.

Il lavoro principale del trimmer dello spi è quello di mantenerlo sempre gonfio con la regolazione, cosa che permette di mantenere la massima velocità. Un buon trimmer è sempre molto attento e può aiutare il timoniere a sentire il momento in cui la pressione sullo spinnaker è perfetta. In genere gli suggerisce di orzare in un momento di bonaccia e di poggiare sotto raffica, ma deve anche regolare ed adattare la vela ai continui salti di vento. Se non compie queste operazioni non sarà mai in grado di aiutare la barca a raggiungere la sua massima velocità.



MANOVRE DI CONTROLLO DELLO SPI:                                
Per il controllo dello spi  abbiamo le  manovre primarie: 
  1. la SCOTTA,che controlla la piega sul bordo d'entrata; 
  2. il BRACCIO,che controlla il movimento prua poppa del tangone;
  3. l' AMANTIGLIO  
  4. il CARICABASSO che controllano l'estremità esterna del tangone
E le manovre di controllo secondarie: 
  1. La DRIZZA
  2. il BARBER HAULER 
  3. il controllo della varea del tangone attraverso il CARRELLO e la CAMPANA
La drizza permette di regolare la distanza della penna dall'albero,  il barber controlla l'altezza della bugna di scotta e la sua posizione rispetto alla linea prua poppa nell'andatura di poppa piena o prossime alla poppa piena, il controllo della varea ci permette di regolare l'altezza del tangone sull'albero.

La prima operazione da compiere una volta issato lo spi  consiste nel vedere quanto riesce a volare e pertanto è necessario lascare la scotta finchè il bordo d'entrata non inizi a fare una piega (orecchietta lungo la balumina di sopravvento).
Se quest'ultima si forma troppo in basso allora sarà necessario alzare il tangone per smagrire l'entrata della vela in modo che si formi una piega omogenea.

Di seguito si può provare a lascare un poco la scotta per verificare che la piega si formi in modo omogeneo dalla penna alla bugna.

Poi possiamo cazzare un po’ il braccio per controllare che la curvatura del bordo d'entrata sia omogeneo e lo spi voli molto distante  dalla barca, con le due bugne regolate in modo tale che lavorino sempre alla stessa altezza ed il tangone che formi un angolo di 90° con il vento apparente.

E' necessario che vi sia sempre un buon livello di comunicazione tra lo skipper ed il Trimmer del braccio, allo scopo di mantenere lo spi il più possibile davanti la barca e non di lato, proprio per evitare di aumentare il momento di sbandamento.
Infatti se lo spinnaker si trova di lato aumenta la resistenza di sbandamento determinando una riduzione della velocità.
Sotto raffica è importante lascare la scotta per potere  allargare il canale tra randa e spi riducendo allo stesso tempo lo sbandamento e mantenere così la direzione di rotta.
In questo frangente è opportuno, attraverso il braccio, mantenere la bugna di sopravento il più possibile verso poppa, perché così facendo si riduce la tendenza all'orza  e la barca risulterà più veloce.
Quando si naviga alle andature portanti spesso il vento continua a saltare per cui quando si trovano delle zone di bonaccia è necessario orzare,mentre sotto raffica è necessario poggiare e per fare ciò l'unico modo consiste nell'avere un buon affiatamento tra lo Skipper ed il Trimmer del braccio.

Per una buona regolazione bisogna lascare la scotta quanto più possibile per avere un bordo d'entrata al massimo della curvatura senza però fare sgonfiare lo spi, poi è sufficiente tenerlo bene davanti la barca per essere molto veloci.

Nell'andatura di poppa la posizione migliore del tangone è quella in cui forma un angolo di 90° con la direzione del vento.

Se si posiziona troppo in avanti lo spi inizia ad ondeggiare facendo rollare la barca.
Se al contrario si posiziona troppo indietro si appiattisce la base dello spi rendendo la forma della vela inadatta per la navigazione con il vento in poppa, ma questa regolazione può andare bene con il vento molto forte poiché si smagrisce la base e lo spi si stabilizza. 
Con vento tra i 10 e 12 nodi è necessario avere più grasso in basso per avere una forma più rotonda, pertanto in queste condizioni il tangone dovrà stare a 90° rispetto alla direzione del vento apparente.

Se volete ripassare la manovra di issaggio dello spinnaker, qui trovate un interessante articolo realizzato da SoloVela.

Buon Vento.

lunedì 24 novembre 2014

Nodi ... animati

Si dice che un immagine valga più di mille parole,  sono perfettamente d'accordo, soprattutto se questa immagine è animata, soprattutto se le parole le dovremmo usare per spiegare come si realizza un nodo marinaio.


Gassa d'amante

Nodo parlato



Nodo di bozza


Due mezzi colli

 Nodo piano

Nodo savoia

Nodo bandiera (o scotta)

 Nodo bandiera doppio

Nodo inglese

Bocca di lupo

Nodo Margherita


Se poi ci tenete particolarmente alle parole, Vi accontento subito, eccovi un bell'elenco di: 

Termini relativi ai nodi

  • Anima: È la parte resistente delle corde trecciate costituita da fibre parallele o debolmente ritorte.
  • Assuccare: Stringere una legatura, un nodo; mettere in tensione una manovra o un cavo in bando. 
  • Bozzello: sinonimo di carrucola. 
  • Cavo: sinonimo di corda o fune.
  • Cima: fune di medio diametro.
  • Collo : giro completo di un cavo attorno a un oggetto in modo che il corrente e il dormiente divarichino di 180°.
  • Commettitura: è l'operazione di torsione dei legnuoli che così uniti formano il cavo.
  • Corrente: il tratto terminale di cima che nella confezione di un nodo ha parte attiva.
  • Doppino: ripiegamento di un cavo su se stesso. Il cavo ripiegato, dopo aver formato un occhiello, si dispone parallelamente a se stesso.
  • Dormiente: tratto di cima che non prende parte nella confezione del nodo.
  • Filaccia:  è il prodotto della filatura di una fibra vegetale o sintetica. Più propriamente viene chiamata filato o trefolo. Due o più filati ritorti insieme formano il legnuolo. Due o più legnuoli formano il cavo.
  • Gomena: cavo di grosso diametro (circa 45 cm). 
  • Impiombatura: unione di due cavi ottenuta intrecciando fra loro i legnuoli.
  • Impalmatura: legatura con spago effettuata alle estremità dei cavi affinché non si scordonino.
  • Intugliatura: unione di due cavi mediante nodi di giunzione. 
  • Legnuolo: due o più filati uniti per torcitura. Commettendo due o più legnuoli si ottiene un cavo.


Buon Vento.

giovedì 20 novembre 2014

Diamo energia allo sport


E' lo slogan di una convenzione stipulata dallo C.S.E.N. con la ditta Illumia per la fornitura a condizioni vantaggiose di prodotti energetici (energia elettrica e gas naturale) per tutti gli associati e tesserati.

A noi perché interessa? 

Perchè il TAB è associato all'ente di promozione sportiva denominata Centro Sportivo Educativo Nazionale (lo C.S.E.N.) ed i nostri soci che fanno attività sportive, (o che ne facciano richiesta) possono essere tesserati e quindi accedere alla convenzione che è attivabile sia in ambito residenziale che business.

Se sei interessato,  scarica il testo della convenzione.

Buon Vento.

lunedì 17 novembre 2014

3° giornata di regata

La sicurezza prima di tutto! E' stato questo il leit motif della nostra terza giornata di regata ,in quanto le condizioni si presentavano fin da subito impegnative per una barca di piccola stazza come la nostra.
Soffiava un vento da sud sui 20-22 nodi con raffiche a 30  e il mare era solcato da onde provenienti da ponente di oltre un metro e mezzo.
Come quasi tutti gli altri equipaggi abbiamo optato per la riduzione del piano velico, abbiamo armato una mano di terzaroli e ridotto il fiocco rollandolo parzialmente, ma nonostante l'equipaggio completo di 5 persone (Pierluigi, Luca, Carlos Daniele e Guido) era difficile tenere dritta Alba, per cui abbiamo deciso di passare alla seconda mano di terzaroli ed ulteriore rollatura del fiocco che a quel punto è diventato una tormentina.



Finalmente la barca è diventata "più docile" anche troppo, perché la sicurezza ha penalizzato la velocità. Infatti dopo una buona partenza che ci vedeva nel gruppo di testa, abbiamo iniziato a perdere posizioni poiché si procedeva troppo lentamente.
Allora abbiamo riaperto un po il fiocco, ottenendo quel po di velocità che ci mancava, ma perdendo qualcosa nella capacità di stringere il vento, in quanto con un piano velico sbilanciato a prua la barca era diventata poggiera
Alla fine abbiamo concluso la prova in ultima posizione, contenti comunque di avercela fatta in sicurezza: e non è poco in quanto sul campo di regata abbiamo visto rotture di gennaker e sbandate e manovre veramente al limite della scuffia.



Nell'attesa della seconda regata, purtroppo l'equipaggio ha subito un tracollo con due membri alle prese con il mal di mare ed un terzo a smaltire un brutto colpo di boma alla testa, per cui è stata presa all'unanimità la decisione di rientrare senza disputarla, in quanto in quelle condizioni sarebbe venuto meno anche il solito leit motif che ci conduce su questo campo di regata: il piacere di fare vela.



Alla fine abbiamo perso una posizione in classifica generale, peccato... ci rifaremo quando sarà veramente divertente mettercela tutta ;-) :-). 



Buon Vento.

mercoledì 12 novembre 2014

Este 24

Iniziamo una serie di post dedicati a barche che per le loro caratteristiche potrebbero essere utilizzate presso le nostre acque di Marina di Montalto e che ci piacerebbe ospitare presso il molo dell' Associazione.
Oggi parliamo dell' Este 24.



L' Este 24 è un monotipo costruito dai Cantieri Navali d'Este, caratterizzato una estrema facilità di manovra in tutte le condizioni di vento e di mare che gli consente di navigare anche con pochissimo vento eliminando quasi definitivamente il problema del motore.



Barca equilibrata e sensibile al timone offre interni di tutto rispetto per le sue dimensioni ed è quindi adatta a divertenti minicrociere lungo costa.
Quattro posti letto in due ambienti separati, wc chimico, lavandino, fornello, un ampio gavone di poppa e numerosi stipetti accolgono l’equipaggio con un comfort raro su una barca di queste dimensioni.




Ad una facilità di conduzione e di manovra in mare corrisponde una altrettanto facile gestione della barca a terra. La deriva è a baionetta rettrattile e la carrellabilità dell’Este 24 è garantita da un carrello trainabile da un’auto di media cilindrata.

Anche l’albero, appoggiato in coperta, è smontabile senza necessità di gru e tutta la manovra di armamento della barca, compresa la messa in acqua, non richiede più di tre quarti d’ora di lavoro da parte di tre persone. 

Ha un anima sportiva, tanto che nel 1995 è stata costituita ufficialmente la classe monotipo Este 24 con un’attività sociale che offre agli armatori numerose possibilità di regatare.

SCHEDA TECNICA
lunghezza f.t. 7,50 m
lunghezza galleggiamento 6,70 m
baglio max. 2,50 m
tipo di chiglia deriva a baionetta
pescaggio standard 1,70 m
pescaggio minimo 0,40 m
Dislocamento a vuoto Kg.980
Zavorra Kg.330
Superficie velica:
Randa mq.26.8
Fiocco 102% mq.15.3
Gennaker mq.58
Numero cuccette 4


Se lo stai cercando usato lo trovi qui

Buon Vento.

venerdì 7 novembre 2014

Regolazione del Genoa

Continuiamo la serie di post tecnici indirizzati al ripasso (per alcuni) o la comprensione (per altri) delle funzionalità delle varie vele di una moderna barca a vela e della loro corretta regolazione a tutte le andature.
Oggi parliamo del genoa.
     


Ciò che rende unica la regolazione del Genoa  è il fatto che fornisce la maggior parte della spinta di avanzamento della barca  nelle andature di bolina, in special modo nelle barche con armamento in testa d'albero. 
Il trimmer del genoa  deve stare attento alla regolazione: si posiziona sottovento in avanti e regola la scotta fino a quando la vela non è perfettamente a segno. Il genoa diversamente dalla randa è fuori dalla vista e dalla mente del resto dell' equipaggio ed inoltre deve lavorare in un range di vento di circa 10 nodi, diversamente dalla randa che rimane sempre la stessa. La  situazione ideale è quella in cui  si può riuscire ad immaginare come smagrirlo o ingrassarlo nelle diverse condizioni  di vento. Questa è la parte del lavoro in cui il trimmer deve essere più attento, dato che il genoa è la vela che produce la maggior parte di velocità della barca. Il trimmer del genoa, pertanto,deve impegnarsi al massimo nella regolazione e nella coordinazione con il timoniere usando lo speedometro come strumento di controllo: se vede che la velocità aumenta deve cazzare leggermente la scotta e chiedere al timoniere di orzare per seguirlo, se invece vede che la velocità diminuisce lasca la scotta quanto basta, comunicando al trimmer della randa di fare lo stesso come pure al timoniere di puggiare per aumentare la velocità.


                                                                      
 MANOVRE DI CONTROLLO DEL GENOA:
  1. La SCOTTA rappresenta la principale manovra di controllo del genoa e può essere vista come una specie di acceleratore, in quanto determina la potenza  del  genoa. Essa definisce la curvatura della vela, modifica l'angolo di incidenza con il vento, e controlla lo svergolamento
  2. La  principale manovra di controllo secondaria è il PUNTO DI SCOTTA che agisce per mezzo di un carrello. Facendo scorrere il CARRELLO in avanti la balumina del genoa si chiude e i segnavento tendono ad orientarsi verso il basso. Questa potrebbe essere la regolazione da utilizzare in caso di vento leggero, oppure quando stiamo tentando di generare la massima potenza. Se invece spostiamo il carrello verso poppa la balumina si apre assumendo un maggiore  svergolamento,i segnavento si orientano verso l'alto mentre la vela perderà potenza. Possiamo adottare questo tipo di regolazione  con vento fresco al limite del range di utilizzo della vela,quando è necessario diminuire leggermente la potenza. 
  3. Un'altra manovra di controllo che abbiamo a disposizione è il PATERAZZO che nella maggior parte delle barche è comandato da un arridatoio o una pompa idraulica. Se si mette in tensione il paterazzo si mette in tensione anche lo stralloUno strallo più teso farà in modo che tutta la vela si smagrisca rendendo piu' dritta l'entrata sull'inferitura, generando una vela meno potente e adatta a stringere maggiormente il vento. Al contrario, lascando il paterazzo aumenta la catenaria dello strallo di prua ingrassando così la vela e determinando un'entrata piu' arrotondata.  
  4. Lascando il paterazzo solitamente è necessario regolare di conseguenza la DRIZZA per controllare la posizione del grasso. Mettendola in tensione tale grasso si posiziona più in avanti  determinando una vela con un'entrata più arrotondata. Questa  potrebbe essere la regolazione ideale con marette  quando è necessario far camminare la barca piuttosto che fare prua. 
Allo stesso modo una drizza allentata fa spostare il grasso indietro  e la vela diventa leggermente più veloce e adatta a condizioni in cui è necessario stringere molto
Normalmente all'inizio si procede con una regolazione di massima del genoa, quella che riteniamo sia approssimativamente corretta, quindi verifichiamo la posizione del punto di scotta spostando il carrello verso prua o verso poppa  in modo da fare sventare la vela uniformemente lungo  l'inferitura
I segnavento sono collocati in vari punti a diverse altezze. 
Se sventano prima i segnavento superiori è necessario far scorrere il punto di scotta in avanti, se invece sventano prima quelli inferiori allora è necessario spostare il punto di scotta indietro
Non appena i segnavento sventano tutti contemporaneamente allo stesso modo tenderemo a regolare la vela facendo riferimento soprattutto ai segnavento centrali per la maggior parte del tempo, poiché il vento spesso soffia in modo differente in alto e in basso, così l'indicazione più attendibile per la regolazione in generale è determinata dai segnavento centrali.
Di bolina stretta la base del genoa dovrebbe essere orientata in modo da sfiorare la base delle sartie e la balumina deve sfiorare la punta delle crocette; stabilito che il punto di scotta è quello corretto bisogna verificare l'intera forma del genoa mettendosi sotto la vela a metà della base per controllare la forma delle sezioni trasversali.
Mettendo in tensione il paterazzo in modo da tendere di conseguenza lo strallo  si aumenta la distanza tra  inferitura e balumina riducendo così la profondità (pancia, grasso) della vela. Compiuta questa modifica, dato che con questa manovra si smagrisce la vela sul davanti, il grasso si sposta di conseguenza verso poppa. Con l'intenzione di riportare lo stesso grasso nella stessa posizione di prima è necessario mettere in tensione anche la drizza. Così si determina un genoa piuttosto piatto con il grasso posizionato circa al centro ,una forma che può essere ideale per stringere molto il vento. 
Tutte queste manovre vengono regolate di concerto una rispetto all'altra mano a mano che le condizioni variano. Allo stesso modo è necessario che vi sia un buon dialogo tra il trimmer  del genoa e il timoniere in modo che ognuno sappia sempre quello che è
necessario all'altro sia in merito alla velocità sia in merito alla tattica per poter mantenere la massima potenza della barca rispetto agli avversari.

Buon Vento.

lunedì 3 novembre 2014

Al 9° campionato di Porto S.Stefano, Alba c'è!

E' cominciato il 9° Campionato invernale di Porto S. Stefano, ed Alba, il Comet 26 di Pierluigi su cui regatano gli amici e soci del TAB, ha dimostrato di avere tutti i numeri per fare una buona figura.
Le dichiarazioni iniziali parlavano di obiettivi De Coubertiniani, "L'importante non è vincere ma partecipare..." ma il comportamento mostrato da Alba, fa pensare che forse si potrebbe anche aspirare a qualcosa di più...
Ma è presto per pensarci, per ora partiamo dalla consapevolezza che la barca è abbastanza competitiva, e che il lavoro da fare sarà principalmente sull' equipaggio che non essendo formato da professionisti, è per forza di cose carente di esperienza.
Dovremo allenarci, allenarci e studiare.
Ma intanto vediamo cosa è accaduto:








Sabato 1 novembre si è tenuta la regata iniziale  in una bellissima giornata di sole e mare piatto, con una persistente carenza di vento, che fino all' ultimo ha fatto presumere che la regata sarebbe stata annullata. Tale convinzione, ha portato ad un eccessivo sparpagliamento della flotta tanto che quando si è levato un leggero ponente termico ed il comitato di Regata ha iniziato le pratiche per la partenza un gruppetto di imbarcazioni si trovava leggermente troppo distante dalla linea di partenza.
Questo ha fatto si che Alba ed altre 4 barche siano incappate in una regola di regata che prevede di varcare la linea di partenza entro un tempo massimo dal segnale di via, pena la squalifica.






Pessimo inizio, ma nessuna disperazione, eravamo in ballo ed abbiamo ballato, abbiamo comunque deciso di effettuare gran parte del percorso, per metterci alla prova, ed i risultati sono stati confortanti: abbiamo raggiunto  due degli equipaggi partiti correttamente, non male.  All' ultima boa, abbiamo preferito non infilarci nella concitazione dell' arrivo, lasciando spazio a chi era in gara, e quindi abbiamo fatto rotta verso il porto.
Al rientro il morale dell'equipaggio (Pierluigi al timone, Luca alla randa, Carlos Guido in alternanza al fiocco ed il gennaker) era buono: "peccato per l'occasione mancata, ma la buona notizia è che la barca è competitiva".



Domenica 2 novembre si sono presentate condizioni analoghe che hanno portato addirittura ad una falsa partenza dovuta ad un repentino calo di vento, ma la lezione ormai era stata imparata, buona la partenza, nelle prime posizioni all'inizio della bolina. Poi, a due terzi del lato di bolina il vento cala e la regata viene sospesa.



Al secondo via, di nuovo una buona partenza, ed una bella bolina, quarti alla prima boa dietro a Manta e Carand, primi e secondi nello scorso campionato, e Woodstock, un Hanse 430. Poi l'equipaggio ridotto (Pierluigi al timone e randa e Carlos al fiocco) cerca il colpaccio e decide di utilizzare il Gennaker nella poppa per avere quella marcia in più che avrebbe addirittura potuto portare ad un risultato migliore, ma non si apre bene, e fa perdere tempo e posizioni. 
Si finisce con un ottimo settimo posto ad un minuto e 48 secondi dal quarto, che era ben più dietro alla fine della bolina. 

Bilancio personale dei componenti del team al termine dei due giorni: felici come bambini!

Se volete vedere tutte le nostre immagini del Campionato, le trovate qui.

Buon Vento.