sabato 31 marzo 2012

E' arrivata la prima barca a vela al molo TAB

E' arrivato un vecchio socio con una nuova barca:
Vittorio con il suo Phoenix 700.

E' arrivato via mare da Punta Ala, ed ha scritto un resoconto del viaggio.
Con piacere pubblichiamo.



TRASFERIMENTO DI SCHEGGIA

Siamo partiti da Roma Sabato 24 Marzo io, Carlo, Francesco e Marco, direzione Punta Ala con sosta intermedia a Marina di Montalto, dove abbiamo lasciato una delle due macchine, dopodiché abbiamo proseguito con l’altra verso Punta Ala dove ci aspettava un bel Phoenix 700 di nome Scheggia.
L’idea era quella di effettuare alcune prove e verifiche sulla barca ed eventualmente partire la sera stessa (dovevamo provare il motore, sistemare le luci di via e provare il meccanismo della deriva mobile).
Subito una spiacevole sorpresa, il fiocco, che già non era in buonissime condizioni la prima volta che avevo visionato la barca, sembrava strappato, poi ad una verifica più attenta abbiamo appurato che si era strappata solamente la banda di protezione UVA, poi fortunatamente le prove programmate hanno dato esito positivo, così dopo aver fatto rifornimento di carburante e viveri, siamo partiti io e Carlo, mentre Francesco e Marco sono tornati a Roma in macchina.
Abbiamo lasciato il porto di Punta Ala alle 19.30 del 24 Marzo e ci siamo immersi nel buio più completo mettendo la prua a 143°. Io ero molto agitato e probabilmente avevo una espressione tesa, non essendo abituato alla navigazione notturna, mentre Carlo, veterano di tante traversate ben più impegnative di questa, mi guardava con un leggero sorriso che trasmetteva tranquillità.
Le condizioni meteo marine erano ottimali, poca onda e un leggero vento da Nord, così dopo circa due ore e mezzo di navigazione eravamo già nei pressi delle Formiche di Grosseto, gli occhi si erano ormai abituati all’oscurità, aiutati un pochino anche dai miliardi di puntini luminosi, le stelle, che riempivano il cielo e che dall’alto illuminavano il mare.
Abbiamo provato a inserire il pilota automatico, ma con scarsi risultati a causa di problemi tecnici che abbiamo deciso di affrontare successivamente, così abbiamo deciso verso le 10.30 di stabilire dei turni di guardia di circa due ore per poter recuperare un po’ di forze.
Intorno all’una di notte mentre il freddo e l’umidità si facevano sentire in maniera sempre più intensa, avevamo raggiunto quasi l’Argentario di cui si scorgeva la sagoma nera alla nostra sinistra mentre le luci del Giglio brillavano a dritta.
Ad intervalli regolari facevamo il punto nave tramite il gps, riportando le coordinate sulla carta nautica e verificando che la rotta fosse quella stabilita.
Superata la punta estrema dell’Argentario, abbiamo cambiato rotta, mettendo la prua a circa 91° con direzione Montalto, verso le 5.30, passato ormai da un pezzo il promontorio, abbiamo iniziato a vedere le luci della Centrale Elettrica e verso le 6.30 ne scorgevamo in maniera abbastanza nitida la sagoma.


Alle ore 7.30 del 25 Marzo eravamo davanti la foce del Fiora, ma l’esultanza è stata subito bloccata sul nascere, in quanto si vedeva chiaramente una piccola onda all’ingresso, segno evidente della presenza di una barra di sabbia. Abbiamo atteso così diversi minuti fuori la foce, guardando le barche dei pescatori entrare ed uscire, una di loro si è anche affiancata e il comandante in maniera molto gentile ci ha rassicurato sulla riuscita del ns. atterraggio, così preso il coraggio a due mani abbiamo deciso di entrare, non prima però di aver tirato su la deriva e il timone, Carlo al motore, io con gli occhi fissi sull’ecoscandaglio, prima 2.0 m. poi 1.40, 0.80, 0.40, 0.30, poi più nulla, abbiamo trattenuto il fiato mentre si sentiva la deriva che accarezzava dolcemente la sabbia poi l’eco ha ripreso a segnare, 0.30, 0.40 e così via e noi abbiamo ripreso a respirare, poi con calma abbiamo ormeggiato e siamo stati traghettati a riva.
E’ stata un’esperienza per me bellissima e formativa, dove ho capito l’importanza della pianificazione della traversata, perché quando non hai riferimenti a terra, l’unica guida è la bussola.
Un elogio va fatto al motore che in quasi 12 ore di funzionamento ininterrotto, non ha dato mai segni di cedimento e per questo ringrazio Filippo, l’ex fidanzato di Scheggia, per la cura con cui l’ha tenuto assieme a tutto il resto.
Adesso Scheggia si gode il meritato riposo ormeggiata presso il TAB di Marina di Montalto, ma già scalpita ed è pronta per nuove avventure.



Vittorio


Sezione Vela
Luca 3664131599 
Guido 3357216358


2 commenti:

Guido ha detto...

Complimenti al nuovo Armatore!!!

Luca ha detto...

Veri Marinai di Mare!!!

I soci del Tab sono Tosti.

Grande Vittorio

Ciao Luca