venerdì 9 agosto 2013

Stare tranquilli in rada


Passare la notte in rada è un’esperienza suggestiva,  che offre sensazioni speciali di libertà ed il piacere di trovarsi in un contesto naturale che regala emozioni ma è necessario prestare particolare attenzione onde evitare levatacce notturne per un’ancora che non tiene rischiando di finire a scogli.
Se decidete di passare la notte in rada, ci sono molti fattori di cui dovrete tenere conto per evitare di essere svegliati alle due del mattino per un’ancora che non tiene o una botta contro un’altra barca ormeggiata nelle vicinanze. 



Sull’ormeggio in rada sono stati scritti dei libri (se volete approfondire:  "L'ancoraggio in rada" di Alessandro Borgia ed. Il Frangente).

Non è il nostro intento, noi abbiamo riassunto in una lista di domande e risposte il minimo di quello che c’è da sapere per evitare disastri notturni.

1) Cosa bisogna fare una volta raggiunta la rada prescelta per l’ormeggio?
Partite con il perlustrare alla luce del giorno la caletta per verificare con mano i dati forniti dal portolano o dal GPS.


2) Come scegliere la posizione giusta e quali accorgimenti adottare per reagire velocemente in caso di emergenza?
Molto importante è vedere la migliore via di uscita della rada e gli spazi dove è possibile manovrare in caso di una ritirata notturna; in caso di emergenza deve essere facile andarsene velocemente. Lasciate le chiavi di accensione del motore pronte per l’utilizzo. In caso di fuga ricordatevi di incaricare subito qualcuno di chiudere tutti i boccaporti.

3) Qual è la profondità ottimale per calare l’ancora?
Circa 7/10 metri. Già con 12/15 metri la manovra di recupero dell’ancora o altre operazioni di emergenza potrebbero rivelarsi troppo faticose per le forze in gioco decisamente maggiori.

4) Quanto calumo bisogna dare?
La regola per un buon ancoraggio è che il calumo sia da 3 a 6 volte il fondo, a seconda dell’intensità del vento.

5) Se ci sono altre barche ormeggiate nella rada?
Non date fondo troppo vicino ad altre barche e calcolate il diametro di ruota (o brandeggio) che spesso è causa di spiacevoli sorprese nel caso il vento cambi di direzione e intensità.

6) Come si capisce se l’ancora sta tenendo?
Un colpo in retro al motore farà subito capire se l’ancora sta facendo il suo dovere o meno. Una persona a prua starà con un piede sulla catena e comunicherà agli altri se la catena tesa “suona” e vibra: in questo caso l’ancora sta arando sul fondo. Utile, al termine della manovra, impostare il gps e l’ecoscandaglio con un allarme sonoro che avverta lo skipper di uno spostamento anche minimo (fino ad un metro). Altro sistema è quello di fare un classico allineamento barca – terraferma.

7) Cosa fare in caso di vento forte?
In caso di vento forte è bene appennellare due ancore, cioè una dopo l’altra sulla stessa linea d’ormeggio, così da poter restare sicuri fino al termine della sventolata. Quando è possibile (in Italia non è consentito) è buona abitudine mettere delle cime a terra che danno più sicurezza e permettono una facile e veloce manovra di uscita. Attenzione però a come sono ormeggiati gli altri visto che con le cime a terra si smette di girare alla ruota.

8 ) E se nella rada sono predisposti dei gavitelli?
Fatevi un bagno e controllate lo stato della cima che lega il corpo morto alla boetta di ormeggio; legate la cima di prua alla gassa sotto di essa.

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